A prayer

“Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace.
Dove è odio, fa’ che io porti l’amore.
Dove è offesa, che io porti il perdono.
Dove è discordia, che io porti l’unione.
Dove è dubbio, che io porti la fede.
Dove è errore, che io porti la verita’.
Dove è disperazione, che io porti la speranza.
Dove è tristezza, che io porti la gioia.
Dove sono le tenebre, che io porti la luce.”

Francesco d’Assisi

Tomary

“…Immagina due persone in una stanza, lontane l’uno dall’altra. Le chiameremo Tom e Mary.
L’energia personale trasmette a 360 gradi nell’Universo, e una parte di questa raggiunge Mary, la quale a sua volta emette la propria energia, che arriva anche a Tom. Ma le loro energie si incontrano a metà strada (ricorda che si tratta di energie fisiche, che possono essere misurate e sentite) e formano una nuova unità energetica che chiameremo ‘Tomary’.
Tom e Mary potrebbero definire tale energia ‘il Corpo Tra Noi’, perché effettivamente si tratta di un corpo di energia cui entrambi sono collegati, con cui instaurano uno scambio attraverso i ‘cavi’ che esistono nella Matrice.
Questa esperienza di Tomary li attrae verso una Santa Comunione perché entrambi provano la gioia sublime del Corpo Tra Loro, dell’Unito, dell’Unione Benedetta.
Pur restando distanti, entrambi sentono fisicamente ciò che sta accadendo nella loro Matrice e di colpo vogliono avvicinarsi l’uno all’altra.
A questo punto entra in gioco il loro ‘addestramento’ . Il mondo li ha abituati ad essere cauti, a diffidare dei sentimenti, a difendersi dalla possibilità di soffrire, a trattenersi.
Ma l’anima vuol conoscere Tomary, e subito!
I due sono irrevocabilmente attratti dal Corpo Tra Loro. A un osservatore casuale sembrerà che Tom e Mary vogliano avvicinarsi l’uno all’altra, ma in realtà desiderano raggiungere Tomary, quel luogo di Unione Divina che esiste già tra loro, il punto in cui sanno di essere Uno.
Si muovono dunque verso questa ‘sensazione’ e, a mano a mano che si avvicinano, l’energia che entrambi inviano deve coprire una distanza minore, facendosi più intensa. A un tratto si trovano abbastanza vicini. Il Corpo Tra Loro è incandescente e vibra a una velocità impressionante. Il ‘cavo’ è più grosso e splendente, e trasferisce un’incredibile quantità d’energia. Possiamo dire che i due bruciano di desiderio.
Si avvicinano ancora di più, e infine si toccano.
La sensazione è così intensa da risultare quasi insopportabile. I due percepiscono tutta l’energia di Tomary, la sostanza compatta e intensamente unita del loro Essere Combinato.
Se vi aprite alla sensibilità più elevata, quando vi toccate potete esperire questa energia sublime sotto forma di ‘formicolio’ (che a volte vi attraverserà tutto il corpo), oppure come una sensazione di calore nel punto di contatto (anche questa percepibile in tutto il corpo, ma soprattutto nel chacra inferiore).
Ora che i due si abbracciano, annullando la distanza, e Tom, Mary e Tomary si trovano quasi nello stesso spazio. I due sentono Tomary fra loro, e vogliono avvicinarsi ancora di più, fondersi con Tomary.
Io ho creato i corpi dell’uomo e della donna in modo che questo sia possibile: il corpo di Tom è pronto ad entrare in quello di Mary e quello di Mary è pronto a ricevere quello di Tom. Ora il formicolio e il calore sono di un’intensità intollerabile. Tom, Mary e Tomary diventano Uno nella carne.
L’energia fluisce fra loro, urgente e appassionata. Si muovono e sembra che lottino per avvicinarsi ancora di più, sempre di più!
Poi deflagrano, e i loro corpi entrano in convulsioni. Le vibrazioni li pervadono dalla punta dei piedi alla cima dei capelli. Nell’esplosione della loro unicità hanno conosciuto il Dio e la Dea, l’Alfa e l’Omega, il Tutto e il Nulla, l’Essenza della vita, l’Esperienza di Ciò Che È.
I due sono diventati Uno, e spesso da questa unione nasce una terza entità fisica.
È una manifestazione concreta di Tomary, sangue del loro sangue.
Tom e Mary hanno creato la vita!
Non ti ho già detto che siete tutti Dei? ”

Walsch Neale Conversazioni con Dio

L’ego

“Ma l’ego è il mio senso di me stesso, no?

No. L’ego è ciò che credi di essere. Non ha nulla a che fare con Chi Sei Realmente.

Questo non contraddice un tuo precedente insegnamento, cioè che è giusto avere un amor proprio?

No. Avere amor proprio è un’ottima cosa: l’ego è necessario per sperimentare ciò che stai provando adesso, cioè la sensazione di essere un’entità separata in un mondo relativo.

Okay, adesso sono totalmente confuso.

Anche questo va benissimo. La confusione è il primo passo verso la saggezza. Folle è chi crede di avere tutte le risposte.

Insomma, avere un ego va bene o non va bene?

Questa è una domanda complessa.

Voi siete entrati nel mondo relativo (quello che Io definisco il Regno del Relativo) per sperimentare ciò che non potreste provare nel Regno dell’Assoluto. Cercate di sperimentare Chi Siete Realmente. Nell’Assoluto potete saperlo, ma non sperimentarlo. E il desiderio della vostra anima è quello di conoscersi attraverso l’esperienza. Il motivo per cui nel Regno dell’Assoluto non potete sperimentare nessun aspetto di Chi Siete Realmente è che in quella dimensione non c’è nulla che voi non siate.

L’Assoluto è l’assoluto. Il Tutto di Ogni Cosa. L’Alfa e Omega, senza nulla nel mezzo. Non ci sono gradi dì “assolutezza”. I gradi di qualunque cosa possono esistere soltanto a livello relativo.

Il Regno del Relativo è stato creato allo scopo di permettervi di conoscere Voi Stessi come esseri magnifici, tramite l’esperienza. Nel Regno dell’Assoluto non c’è altro che la magnificenza, quindi la magnificenza “non è”.

Ovvero, non può essere sperimentata, non può essee conosciuta tramite l’esperienza, perché non è possibile sperimentare la magnificenza in assenza di ciò che, non è magnifico. In verità, siete Uno con tutte le cose. questa è la vostra magnificenza! Eppure, mentre siete in questo stato di unità con il tutto, non potete conoscerla, perché non esiste nient’altro, e quindi essere Uno con tutte le cose non significa nulla. Nella vostra esperienza, siete semplicemente “voi” e non sperimentate in e alcun modo la magnificenza di tutto ciò.

L’unico modo che avete per sperimentare la magnificenza di questa unità è quello di creare una condizione in cui non essere Uno con tutte le cose sia possibile. Ma poiché nel Regno dell’Assoluto, che rappresenta la realtà ultima, tutto è Uno, creare qualcosa che non sia parte di tale unità è impossibile.

Non è impossibile, tuttavia, creare l’illusione di non essere Uno con tutto. È stato questo il motivo per cui è stato creato il Regno del Relativo. E come il paese delle meraviglie di Alice, in cui le cose non sono ciò che sembrano.

Il vostro ego è lo strumento principale che avete a disposizione per creare tale illusione. Vi permette di immaginarvi separati da Tutto il Resto di Voi. È la parte di voi che vi vede come individui.

Voi non siete individui, eppure dovete individualizzarvi, per comprendere e apprezzare l’esperienza del tutto. Perciò, in questo senso, avere amor proprio è “bene”. Lo è alla luce dì ciò che tentate di fare.

Ma averne troppo non va bene, rispetto a ciò che state cercando di fare. Il vostro scopo è quello di usare l’illusione della separazione per comprendere e apprezzare meglio l’esperienza dell’Unione, che rappresenta Chi Siete Realmente.

Quando l’amor proprio diventa così forte che riuscite a vedere soltanto il vostro Sé separato, perdete ogni possibilità di sperimentare il Sé unificato e siete perduti. Vi siete letteralmente smarriti nel mondo dell’illusione e vi tocca restarci per molte vite, finché riuscirete a liberarvene, o finché qualcun altro, un’altra anima, non vi aiuterà a uscirne. Questo significa l’espressione “restituire le persone a se stesse”. Questo è ciò che le Chiese cristiane intendevano con il concetto di “salvatore”. L’unico loro errore è stato quello di proporsi quale unico strumento di “salvazione”, rafforzando così l’illusione della separazione, proprio quella separazione da cui in teoria cercano di salvarvi. Insomma, capire se è o meno una buona cosa avere amor proprio è una questione complessa: tutto dipende da ciò che state cercando di fare.

Se usate l’ego come uno strumento attraverso il quale sperimentare la Realtà Unica, è un bene. Se è l’ego a usare voi per impedirvi di sperimentare tale realtà, non è un bene.

Comunque potrete sempre scegliere liberamente, rispetto a ciò che siete venuti a fare qui. Se trovate piacevole non sperimentare voi stessi come parte dell’Uno, avete la scelta di non fare quell’esperienza proprio adesso. Solo quando ne avrete avuto abbastanza della separazione, dell’illusione, della solitudine e del dolore, cercherete la via per tornare a casa. E scoprirete che Io sono lì, che sono sempre stato lì.

Sempre. In tutti i modi.”

Conversazione con Dio – Un dialogo fuori dal comune di Neale Donald Walsch