Déjà-vu

“Chiunque almeno una volta nella vita ha provato l’esperienza dell’assenza di tempo: il momento in cui il presente, il passato, e il futuro si annullano in un Eterno Presente. A questa presa di consapevolezza improvvisa si è soliti dare il nome Déjà-vu”.

Irene

L’eternità

“Uno spazio

che non ha confini,

un giorno

che non ha tramonto,

una vita

che non ha fine.

Questa è l’eternità,

il secolo attraversato dalle rivoluzioni,

l’anno smarrito nelle agende del cosmo,

la stagione tra la semina e la raccolta,

il mese dei sogni infantili,

la settimana dei viaggi improvvisi,

l’ora della passione tra lenzuola di seta,

il minuto in cui gli occhi si specchiano nell’Altro,

il secondo in cui un raggio di sole sfiora il viso di una donna,

che, col capo volto all’insù, osserva il volo di due gabbiani

sulle sponde di un lago

adombrato da un cielo plumbeo.”

Irene Belloni

 

Noi abbiamo sognato il mondo

“Il più grande mago (dice Novalis) sarebbe quello che stregasse se stesso fino ad accettare le sue fantasmagorie quali apparizioni autonome. Non è forse il nostro caso? Credo di sì. Noi (quell’indivisibile divinità che opera in noi) abbiamo sognato il mondo. L’abbiamo sognato durevole, misterioso, visibile, onnipresente nello spazio e stabile nel tempo; ma abbiamo consentito a tenui ed eterni intervalli di illogicità nella sua architettura così da poter sapere che è falso”.

Jorge Luis Borges

Bisogna saper oziare

“Non bisogna credere a quel proverbio che recita: “L’ozio è il padre dei vizi”. Deve averlo inventato qualche capitano d’industria allorchè i dipendenti gli chiesero, magari con il cappello in mano come usava fino alla metà del secolo scorso, una riduzione dell’orario di lavoro o condizioni più clementi. O sarà nato nella testa di quegli esseri che non hanno mai particolarmente lavorato e quindi si sono trovati a disposizione tempo per pensare frasi come quella ricordata, che sarebbero durate nel tempo. Ne propongo un’altra: “Diffidate da coloro che non riposano mai”. E’ un monito del cardinale Carlo Maria Martini, una delle autorità spirituali del nostro tempo. Anche se le sue affermazioni ricordate non entrano rigorosamente in contrasto, credo che quella di sua eminenza aiuti a comportarsi meglio. In altre parole: è bene staccare ogni tanto la spina dal turbine del lavoro. Concedersi tempo. Cercare di ritrovare un equilibrio lontano dalle alienazioni che recano i ritmi delle attività, che a volte sono disumani. Bisogna saper oziare. Non siete d’accordo? Potrete anche non fidarmi di me, ma almeno date retta a quanto scrisse quello spirito anarchico (e conservatore al tempo stesso) di Giuseppe Prezzolini ne Il centivio, lui che morì, dopo aver superato il secolo di vita, nel 1982: “Uno dei pregiudizi più ridicoli degli uomini comuni è quello del tempo perso. Nessun tempo è in realtà perso. Le ore di ozio collaborano a formare la nostra personalità come le ore di lavoro, forse meglio.”

La parola otium era fortemente radicata nella coscienza individuale e collettiva degli antichi romani e anche il più semplice dei cittadini dell’Urbe sapeva distinguerla in pratica da negotium. Erano due concetti con un valore totalmente contrapposto. I negotia erano le attività, l’otium indicava il riposo, quel tempo libero destinato alla vita privata o agli studi. Quel dedicarsi a se stessi che è indispensabile in ogni civiltà e tempo. Seneca, uno dei filosofi che meglio di ogni altro ha colto questa dimensione, ha scritto un’opera dal titolo De otio, che talune volte è stata (giustamente) tradotta come La vita ritirata. Anche se il piccolo scritto ci è giunto mutilo, contiene una preziosità sulla quale si dovrebbe riflettere. Il pensatore lo apre con un verbo raffinato, carico di riflessi e di insegnamenti: secedere. Esprime, con una felice sintesi, l’dea del saggio che si rifugia in sè e si stacca dalle folle. Leggiamo nelle prime righe: “Ammesso pure che noi non cerchiamo nent’altro che giovi alla nostra salute, sarà utile, tuttavia, di per se stesso tirarsi in disparte: soli, saremo migliori.” Non si pensi a una scelta antisociale, è un atteggiamento soprattutto della prudenza. Del resto, il filosofo greco Epicuro, che trovò a Roma non pochi estimatori, aveva invitato il saggio, – lo asserisce in un frammento pervenutici – a non prendere parte alla vita dello Stato, “a meno che non intervenga qualche novità straordinaria.” Seneca quasi puntualizza il consiglio per il salutare distacco: “Se lo Stato è troppo corrotto perchè lo si possa soccorrere, se è nelle mani dei malvagi, il saggio non si adopererà invano nè si sacrificherà senza poter essere minimamente utile.” Conviene ripeterlo: secedere. Ritrovarsi. Staccarsi. Volersi bene ogni tanto. ”

Armando Torno Elogio dell’egoismo

La vita è un continuo infinito presente

“Al sorgere di un nuovo giorno, la vostra vita ha il potere di creare dall’inizio una storia: la vostra.

Vi sono stati donati giorni di luce perchè poteste colorare il vostro sogno. Ogni aurora porta con sè il dono della nuova vita ed il potere del creato di fare di voi degli esseri spiritualmente potenti.

Ogni ora che vi separa dalla notte può significare molte cose. Ogni secondo della vostra Vita è prezioso e va vissuto sempre nel modo migliore. Poi arriva la notte, che dovrebbe condurvi al centro di voi stessi. Ogni sua ora è degna di essere vissuta nel più profondo dell’anima. Ogni suo secondo è un dono da valorizzare come prezioso.

Tanti piccoli attimi di infinita vita collegati gli uni agli altri a formare lo scorrere inesorabile del tempo che fluisce e va, non torna più e porta via con sè sempre una parte anche di voi.

Il tempo, bene prezioso per il riposo del corpo e della mente, quasi sempre abbandonato alle vostre spalle, porta con sè tutte le vostre infinite possibilità sprecate di vita e i sogni futuri di momenti migliori.

Nel passato trovate i vostri sogni mai realizzati e le promesse vane di impegni di domani. Ma oggi? Il tempo è già stato. Non torna. Quello che avete oggi compiuto, non è più. E’ già da voi lontano ed è stato immagazzinato nel mondo effimero dei vostri ricordi. E domani, tempo che forse verrà. Domani ancora lontano sarà comunque non eterno. Un alternarsi di ieri e domani.

Ma ora? Chi sei ora?

L’eternità che sei ora ti sfugge di mano, mentre ricordi di ieri e ti perdi nelle speranze del domani, che neppure sai se per te ci sarà.

Quello che sei ora e che stai vivendo non è mai proiettato nel momento attuale ma è sempre ieri o domani. Hai dimenticato di vivere questo momento che chiami tempo e che è oggi.

Così hai dimenticato di vivere la vita, perchè la vita è il semplice momento, questo e nessun altro: sempre e solo adesso.

L’adesso porta in sè tante verità. Essere qui presenti in questo momento è l’unica cosa che deve essere importante per l’uomo.

Cominciare a vivere significa cominciare da adesso: ora, questo momento, che è comunque unico e che rende la propria esistenza molto speciale.

Abbandona il ricordo di ciò che è stato ieri e la speranza di quello che sarà il sogno di domani ed assapora con gioia ORA. La vita non è nient’altro che questo. E’ così semplice che la mente umana non riesce neppure a percepirlo. La vita è un continuo infinito presente.

Tanti momenti di un unico momento: ORA”.

Patrizia Umilio Il Quadro Rosa

Gifu – Il dono del tempo

“Pensavo di conoscere il significato della parola tempo poichè il mio pensiero ne creava le sfaccettature e le angolazioni. Poi, quando mi convinsi della sua inesistenza, vidi sgretolarsi davanti ai miei occhi le impalcature sorrette dalla mente. Fu in quel momento che si aprì un varco oltre la visione atemporale”.

Irene Belloni