A sera vanno le coppie di amanti lentamente attraverso il campo, donne sciolgono i loro capelli, commercianti contano i soldi, sul giornale della sera leggono ansiosi i borghesi le novità, fanciulli agitano piccoli pugni dormono sonni profondi e lunghi. Ognuno compie le proprie azioni adempie al sublime dovere, borghesi, poppanti, coppie di amanti - eccetto me? Certo! Neppure delle mie azioni serali delle quali sono schiavo lo spirito del mondo può privarsi, anch'esse hanno un senso. E così affondo e risalgo, danzo nelll'intimo, canticchio sciocchi canti di strada, lodo Dio e me stesso, bevo vino fantasticando di essere un pascià, avverto noie ai reni, sorrido e bevo anche di più, dico si al mio cuore (al mattino non è possibile) da dolori del passato giuocando intesso una poesia, vedo la luna e le stelle ruotare, ne percepisco il significato e via con loro mi sento andare non importa dove Herman Hesse
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Le petit prince
“Mi domando se le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua.”
Antoine de Saint-Exupéry Il piccolo principe
L’aeroplano di carta
“Il cuore batte
il tempo si ferma,
un aeroplano di carta aleggia nell’aria e
si posa accanto ai miei piedi.
Io lo raccolgo e
divengo polvere di stelle.
Il vento soffia
tra le spire di un sogno
e mi trasporta dolcemente
sulle vette del mio mondo interiore”.
Irene Belloni
Grazie!
Siamo vagabondi delle stelle
“Ho sempre avuto, nel corso della mia intera esistenza, la netta sensazione di aver vissuto in altri tempi e in altri luoghi, di avere addirittura ospitato in me altre persone. Ma, credimi, lo stesso vale anche per te che leggerai queste righe: torna con la mente alla tua fanciullezza, e rivivrai come tua l’esperienza di cui parlo. Eri, allora, qualcosa di instabile, di non ancora cristallizzato, di malleabile, eri un’anima in mutamento, una coscienza e un’identità che si andavano formando, proprio così, e che nel formarsi apprendevano anche a dimenticare.
Hai dimenticato molto, caro lettore, eppure, nel leggere queste pagine ti si pareranno davanti, confuse e indistinte, visioni di altri tempi, di altri luoghi su cui si soffermò il tuo sguardo di bambino e che oggi ti sembrano sogni. E tuttavia, ammesso che fossero sogni, da dove traevano la loro sostanza? I sogni sono un fantastico impasto di cose a noi note, è dalle nostre esperienze che traggono il loro contenuto. Quand’eri piccolo, hai sognato di cadere da grandi altezze, di volare come fanno le creature alate, di essere atterrito da ragni striscianti o da esseri viscidi, forniti di zampe innumerevoli. Nei tuoi incubi hai udito voci e scorto volti estranei e familiari al tempo stesso, hai sognato albe e tramonti che ora, se ci ripensi, ti appaiono ignoti.
Ebbene, queste visioni infantili erano segni di altri mondi, di altre vite, di cose che nella tua vita reale, in questo mondo reale, non avevi mai visto. Da dove venivano, allora? Da altre vite, da altri mondi? Forse, quando sarai giunto in fondo al mio racconto, troverai risposta a queste domande, che certamente ti sarai poste prima ancora di prendere in mano questo libro.”
Jack London Il vagabondo delle stelle
I passanti
La scelta del percorso risiede nelle nostre intenzioni.
Vaghiamo inconsapevoli al centro dell’universo
e comprendiamo la nostra essenza
osservando con la coda dell’occhio
le possibilità che ci siamo lasciati alle spalle
per realizzare ciò che Siamo.
Sfere di energia che urtano l’una contro l’altra,
atolli sconfinati di un oceano collettivo,
passanti dai mille volti
in marcia verso le stelle.
Irene Belloni