San Michele e il drago a Piedicavallo

IMG_20170408_194633_670Il mondo dei simboli è un mondo vivo, in costante divenire a cui si accede per mezzo dell’intuizione.  Il primo elemento che deve spingere un ricercatore ad osservare con nuovi occhi i luoghi che visita è la curiosità, il domandarsi per quale motivo in un determinato luogo si trova un quadro, un simbolo, un affresco, una statua o una chiesa. Una volta che si riconosce la singolarità dell’elemento che attrae la nostra attenzione, la propria ricerca deve essere sia exoterica, ovvero apprendere per mezzo delle fonti e dei documenti ufficiali, attingendo il sapere dall’esterno, sia esoterica, ovvero mettersi in ascolto, attraverso l’intuizione e fare entrare in noi il mistero o l’aspetto inusuale, permettendo al segreto di cambiare i nostri preconcetti e punti di vista.

Il Biellese, il luogo in cui risiedo, è un antro magico ricco di misteri e simboli che nasconde al proprio interno segreti e verità che ci collegano all’antichità. Oggi, camminando per le vie di Piedicavallo, un paese ricco di fascino e bellezza che si trova alla fine della strada della Valle Cervo, la mia attenzione è stata catturata da un dipinto che troneggia all’entrata della Chiesa del paese, rappresentante Michele e il drago, un santo chiamato sauroctone, ovvero uccisori di draghi.

Il drago o serpente è uno dei simboli più comuni in tutte le culture, innumerevoli leggende e miti ci collegano alla conoscenza di antiche tradizioni e archetipi inconsci che risiedono in ognuno di noi. Il gesto eroico compiuto da san Giorgio o san Michele pare rappresentare la lotta contro l’elemento ctonio, oscuro che ci caratterizza, la lotta con le parti che dobbiamo alchemizzare, bruciandole nell’alambicco interiore al fine di trasformare le emozioni negative che ne derivano in emozioni superiori. Il drago o serpente domina la materia, strisciando dentro di essa come una corrente tellurica di energia vivificante. Mentre il simbolo avvolge in ogni parte del mondo il rettile di visioni legate alla conoscenza e alla sapienza, addirittura collegandoci agli antichi avi, in culture come quella Cinese, Giapponese, gli Hopi, gli Aborigeni Australiani, I Maya e gli Aztechi, i Sumeri e gli Antichi Egizi, nell’alchimia, tale elemento deve essere trasformato. Questo è il motivo per cui tale dipinto appare all’entrata di una chiesa, per spingere colui che vi entrerà a bruciare tale parte, colpendola mortalmente con una lancia, sconfiggendo la propria natura inferiore per accedere alla dimensione dello spirito. Nel Cristianesimo ogni simbolo comunica molto di più di ciò che appare agli occhi dei profani…

Pensate che ci sono ulteriori interpretazioni che collegano il serpente all’energia del femminile, ma di questo aspetto vi parlerò nel prossimo post.

Un abbraccio

Irene Belloni

 

 

 

Buon Anno!!!

“Capodanno non è altro che una metafora dell’esistenza umana. E’ la rappresentazione  collettiva di una fine intangibile seguita da un inizio sconosciuto, un passaggio necessario per lasciarsi alle spalle al passato e concentrarsi sul momento presente, una morte simbolica preannunciata da auguri e baldorie. Colui che comprende il vero valore di tale celebrazione, non ha paura della morte, poichè la morte non è altro che il risveglio intorpidito e sconvolto del primo giorno dell’anno, con la testa ancora immersa nei fiumi di ricordi nebulosi, annebbiati dall’alcol, e lo spirito leggero che anela al Nuovo”.

Irene