
“Cecio andò a cercare l’asino, il suo vecchio asino. E lo trovò nella stalla, accanto a quell’altro con cui era venuto. Cecio si mise ad accarezzare il suo, e gli diede da mangiare dell’orzo. Poi distribuì equamente il foraggio ad entrambi.
“Allora, voi due, vi fate buona compagnia? Non siete gelosi? Siete ben più saggi degli uomini: non c’è odio nei vostri occhi! Questo è un giorno felice per me; se i miei lo sapessero, i loro cuori sarebbero pieni di collera; dì, vecchio mio, mi capisci? Ma sì! Hi-ha! Che peccato non poter parlare, tu e io!… Ora sono stanco, non fate rumore: voglio riposare un’oretta tra voi.”
Egli si distese e si addormentò.
E improvvisamente sentì gli asini che parlavano tra loro. Il Vecchio disse al nuovo:
“Non battere lo zoccolo, lascia dormire Cecio!”
Il Nuovo disse:
“Chi è Cecio?”
“Quello che sta dormendo qui, in mezzo a noi.”
Il Nuovo disse:
“Ma no, si chiama Her-Bak!”
“No, è Cecio.”
Il Nuovo sbuffò dalle froge e disse:
“Lasciamo perdere! Non mettiamoci a litigare come degli uomini!”
Il Vecchio disse:
“Hai ragione! E’ già terribile che Cecio ci possa credere gelosi!”
Il Nuovo sbuffò tre volte come per ridere:
“Gelosi! Bisogna essere in due per essere gelosi!”
“Già, ma il bambino è convinto che noi siamo due”
“Sì, ragiona anche lui come gli uomini che contano le greggi, e dicono: gli asini, le mucche, i cani.”
“La cosa più buffa è che dicono: le formiche, le api!”
Il Vecchio scrollò il capo:
“E’ come se dicessimo ‘due uomini’ parlando dei loro occhi, o ‘due uomini’ parlando delle loro orecchie, e così via”
“Sì, ma non continuare, ti prego, è troppo stupido. Finchè si crederanno separati in tanti piccoli uomini, si combatteranno, è evidente. Sono davvero persuasi di essere indipendenti gli uni dagli altri!”
Isha Schwaller De Lubicz in Her-Bak Cecio