La bussola del cuore

“L’essenziale è invisibile agli occhi.”

Un lungo silenzio, poi continuò:

“I nostri sensi amano ingannarci, e gli occhi sono i più ingannevoli di tutti. Ci inducono ad avere troppa fiducia in loro. Crediamo di vedere solo quello che c’è intorno, ma quello che percepiamo è solo la superficie. Dobbiamo imparare a comprendere l’essenza delle cose, la loro sostanza, e per fare questo gli occhi ci sono più d’impedimento che altro. Ci inducono a distrarci, e noi ci lasciamo abbagliare. Chi si fida troppo dei propri occhi trascura gli altri sensi, e non intendo solo le orecchie  e il naso. Parlo di quell’organo che è dentro di noi e per il quale non c’è un nome. Chiamiamolo la bussola del cuore.”

Jan-Philippe Sendker L’arte di ascoltare i battiti del cuore

Seguite il Cuore

“Tutti voi, in quanto corpo, mente e anima siete un sogno, reale è solo il vostro esistere, la conoscenza, la beatitudine. In voi si realizza e si esprime la vita dell’universo intero e voi ne siete il Dio. Per raggiungere questa individualità universale dovete liberarvi di tutto ciò che di misero imprigiona il vostro io. Bhakti non è portatrice di pianto, nè di influssi negativi. Attraverso di lei tutte le cose ci sono rivelate. E’ il cuore che indica il fine. Seguite il cuore. Un cuore puro orienta la sua ricerca oltre l’intelletto. Lo muove l’ispirazione. Qualunque cosa voi facciate, vi verrà resa. Se perseguiamo il bene, troveremo la felicità; se ascolteremo il demonio, l’infelicità; la vera felicità è in voi, dentro di voi scorre l’oceano possente del nettare divino. Cercatelo, percepitelo, ascoltatelo, è qui, siete voi stessi. Non è il vostro corpo, la mente, l’intelletto, il cervello, non è il desiderio che origina il desiderio, non è l’oggetto del vostro desiderio. Voi esistete al di là di tutte queste cose, che sono semplici manifestazioni esteriori. Voi siete il fiore che sorride e le stelle che risplendono.”

Sai Baba

Il cuore più bello del mondo

“C’era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone; diceva di avere il cuore più bello del mondo, o quantomeno della vallata. Tutti quanti glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto.
Erano tutti concordi nell’ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s’insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.

All’improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio, che emergendo dalla folla disse: “Beh, a dire il vero, il tuo cuore è molto meno bello del mio”.
Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti, della folla e del ragazzo.

Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici. C’erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene, così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti
osservavano il vecchio, colmi di perplessità, domandandosi come potesse affermare che il suo cuore fosse bello.

Il giovane guardò com’era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: “Starai scherzando! – disse – confronta il tuo cuore col mio, il mio è perfetto, mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime.”

“É vero! – ammise il vecchio – il tuo ha un aspetto assolutamente perfetto ma non farei mai a cambio col mio.Vedi, ciascuna ferita rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel’ho dato, e spesso ho ricevuto in cambio un pezzo del loro
cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mai esattamente uguale a ciò che ricevi e così ho qualche bitorzolo, a cui però sono affezionato: ciascuno mi ricorda l’amore che ho condiviso. Altre volte invece ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno
corrisposto, questo ti spiega le voragini. Amare è rischioso, certo, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l’amore che ho provato anche per queste persone… e chissà, forse un giorno ritorneranno e magari colmeranno lo spazio che
ho riservato per loro. Comprendi, adesso, che cosa sia il vero amore?”
Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, andò incontro al vecchio, e gliel’offrì con le mani che tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel
suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo.
Poi il vecchio aggiunse:
Se la nota musicale dicesse: “Non è la nota che fa la musica…” non ci sarebbero le sinfonie.
Se la parola dicesse: “Non è una parola che può fare una pagina…” non ci sarebbero i libri.
Se la pietra dicesse: “Non è una pietra che può alzare un muro…” non ci sarebbero case.
Se la goccia d’acqua dicesse: “Non è una goccia d’acqua che può fare un fiume…” non ci sarebbero gli oceani.
Se l’uomo dicesse: “Non è un gesto d’amore che può rendere felici e cambiare il destino del mondo…” non ci sarebbero mai né giustizia, né pace, né felicità sulla terra degli uomini.

Dopo aver ascoltato, il giovane guardò il suo cuore, che non era più il cuore più bello del mondo, eppure lo trovava più meraviglioso che mai perché l’amore del vecchio ora scorreva dentro di lui.”

 

Il sorriso

“C’è un sorriso d’amore,

E c’è un sorriso della seduzione,

Un sorriso c’è dei sorrisi

Dove s’incontrano quei due sorrisi.

 

C’è un aggrottamento dell’odio,

E c’è un aggrottamento di disdegno,

Ed un aggrottamento c’è degli aggrottamenti

Di cui invano tentate di scordarvi,

 

Poichè a fondo nel profondo del cuore penetra,

E affonda nelle midolla delle ossa –

E mai nessun sorriso fu sorriso,

Ma solo quel sorriso solo,

 

Sorriso che dalla culla alla fossa

Sorridere si può una volta sola;

Quando è sorriso,

Ha fine ogni miseria.”

 

William Blake

 

La coerenza tra cuore e cervello

“Gli studi dell’Heart Math Institute, organizzazione che da anni si occupa del rapporto tra cuore e cervello, evidenziano che quando sperimentiamo sentimenti come l’amore, la gratitudine, l’apprezzamento e la compassione, il nostro cuore, con la sua frequenza in hertz, produce un campo elettromagnetico che è di 5000 volte più forte di quello del cervello, rilevabile fino a 2-4 metri attorno alla persona misurata. Gli stessi studi dimostrano inoltre che in questo caso, per l’effetto chiamato “trascinamento”, il cervello tenderà a sincronizzarsi alla frequenza del cuore, creando appunto la cosiddetta coerenza tra cuore  e cervello.

Questa coerenza fa sì che il cervello mandi un segnale di rilassamento all’intero corpo, permettendo alla singole cellule di svolgere le migliaia di funzioni al secondo che producono quando non siamo soggetti a stress di vario tipo. In altri termini emettiamo un segnale di armonia in cui il corpo è libero di funzionare al meglio delle sue possibilità. Inoltre, è stato scoperto un piccolo cervello nel cuore composto da 40000 neuroni: un’intelligenza del cuore. Queste ricerche sono importantissime e ci danno conferma di ciò che ci è stato detto da sempre da diverse culture.

Secondo la visione della medicina tradizionale cinese, ad esempio, il cuore è l’imperatore, la sede dello Shen, dello spirito, dell’intelligenza divina della vita. In sanscrito la parola Hridaya, indica il cuore, ma anche la realtà ultima, il centro di tutto, il cuore del cosmo, il segreto più intimo dell’universo, il suo respiro. Nella lingua giapponese, la parola Kokoro indica l’unione di cuore e mente, cuore e mente in armonia, in coerenza tra di loro.

Quando prestiamo attenzione alla vita, entriamo nello spazio magico del tempo presente, senza filtri, memorie, programmi inconsci e paure. L’amore è la coscienza dell’unità e quando siamo in questo stato ogni cellula ne ha beneficio, emaniamo un campo che può influenzare gli altri e siamo in uno stato di unità, siamo ispirati.

La nostra evoluzione personale e collettiva dipenderà dalla nostra capacità di portare coscienza nel nostro quotidiano, nel rapporto con la nostra vita e nel rapporto con il mondo.

La nostra evoluzione personale e collettiva sarà compiere il viaggio più lungo che ogni singolo uomo deve intraprendere da sempre: quello che copre la distanza tra la mente e il cuore.”

R. Carone e F. Tuzzi (Prefazione) in Ho-oponopono – Tutte le strade portano all’Amore