“Al giorno d’oggi, quasi tutti hanno sentito parlare delle near-death esperiences (esperienze di pre-morte) o NDE, avvenimenti nei quali gli individui che sono dichiarati clinicamente “morti”, resuscitano, e riferiscono che durante l’esperienza hanno lasciato il corpo fisico e hanno visitato ciò che sembrava essere il regno dell’aldilà. Nella nostra cultura, le esperienze di pre-morte furono per la prima volta prese in considerazione nel 1975 quando Raimond A. Moody, Jr., uno psichiatra che possiede anche una laurea in filosofia, pubblicò la sua indagine bestseller sul tema, Life After Life. Poco tempo dopo, Elizabeth Kubler Ross rivelò di avere condotto simultaneamente una ricerca simile e di avere fatto le stesse scoperte di Moody. In effetti, come un numero sempre crescente di ricercatori iniziò a documentare il fenomeno, divenne sempre più chiaro che queste esperienze erano non solo incredibilmente diffuse – un sondaggio Gallup del 1981 rivelò che 8 milioni di americani adulti ne avevano sperimentata una, o approssimativamente una persona su venti – ma fornivano la prova più schiacciante avuta finora della sopravvivenza dopo la morte.
Come le esperienze extracorporee, quelle di pre-morte sembrano essere un fenomeno universale. Sono descritte per esteso sia nel Libro Tibetano dei Morti dell’ottavo secolo, che nel Libro Egiziano dei Morti che risale a 2500 anni fa. Nel decimo libro di La Repubblica, Platone fornisce un resoconto dettagliato di un soldato greco di nome Er, che tornò in vita pochi secondi prima che la sua pira funebre venisse accesa, attraverso un “passaggio”, nella terra dei morti. Il venerabile Bede dà un resoconto simile nella sua opera dell’ottavo secolo A History of the English Church and People, e in effetti, nel suo recente libro Otherworld Journeys Carol Zalesky, un’assistente universitaria nell’ambito della religione a Harvard, fa rilevare che la letteratura medioevale è colma di resoconti di esperienze di pre-morte.
Inoltre coloro che hanno vissuto l’esperienza non hanno particolari caratteristiche demografiche. Vari studi hanno mostrato che non esiste relazione tra il fenomeno e l’età, il sesso, lo stato civile, la razza, la religione e/o le credenze spirituali, la classe sociale di una persona, il livello di istruzione, il reddito, la frequenza in chiesa, la dimensione della comunità familiare o dell’area di residenza. Le esperienze di pre-morte, come i fulmini, possono colpire chiunque in qualsiasi momento. I devoti religiosi non hanno maggiore probabilità di averne i non-credenti.
Uno degli aspetti più interessanti del fenomeno è la coerenza che si riscontra in tutte le esperienze. Una esemplificazione sommaria di una tipica esperienza di pre-morte si presenta come segue:
Un uomo sta morendo, e improvvisamente si ritrova a fluttuare sopra il proprio corpo e a osservare ciò che sta accadendo. In pochi istanti viaggia a grande velocità attraverso un’oscurità o un tunnel. Entra in un regno di luce abbagliante e viene caldamente accolto da amici e parenti morti di recente. Ode frequentemente musica di bellezza indescrivibile e vede luoghi (campi collinosi, valli colme di fiori e ruscelli scintillanti) più squisiti di qualunque cosa mai vista sulla terra. In questo mondo pieno di luce, egli non prova alcun dolore e paura ed è pervaso da un travolgente sentimento di gioia, amore e pace. Egli incontra un “essere (o esseri) di luce” che emana un senso di enorme compassione, da cui viene sollecitato a sperimentare una “visione retrospettiva della propria vita”, un replay panoramico della sua vita. Egli viene talmente rapito dalla propria esperienza di questa più grande realtà che non desidera null’altro che rimanervi. Tuttavia, l’essere gli dice che non è ancora giunto il suo momento, e lo persuade a tornare alla vita terrena e a rientrare nel suo corpo fisico.
Va notato che questa è soltanto una descrizione generica e che non tutte le esperienze di pre-morte contengono tutti gli elementi descritti. Alcune possono mancare di qualcuna delle caratteristiche sopra citate, e altre possono contenere ulteriori ingredienti. Anche tutte le manifestazioni simboliche delle esperienze possono variare. Ad esempio, sebbene coloro che hanno queste esperienze nelle culture occidentali tendano ad entrare nel regno dell’aldilà passando attraverso un tunnel, quelli di altre culture potrebbero camminare lungo una strada o sorvolare una massa d’acqua per raggiungerlo.”
Michael Talbot Tutto è uno – L’ipotesi della scienza olografica