“O mio padrone, tu sei il mio Dio, e come Dio ti prego e ti servo con umiltà.
Dammi il tuo sguardo, la tua parola e il tuo affetto.
Se non ti comprendo, ripetimi il tuo comando, senza ira, e non picchiarmi.
Acqua pura e cibo modesto in vasi puliti sono la mia salute.
Dammi un angolo al riparo dal gelo e dalla pioggia, e che conosca il sole, anche se devo restare legato. Ciò mi basta, e fa che la mia catena sia lunga, e mi permetta il movimento.
Per premio concedimi qualche volta, la libertà fra l’erba che è la mia medicina.
Affidami soltanto alle persone che conosci e che stimi.
Mettimi il nome sul collare e l’indicazione della tua casa, perchè, se io mi smarrissi, possa esserti reso e non finisca in mani spietate.
Non scacciarmi mai se divento malato o vecchio e non ti posso più servire. Se non puoi curarmi o tenermi, procurami tu stesso una buona morte, dopo la tua ultima carezza. ”
Francesco Siano Rapporti trascendenti tra l’uomo e il cane