Clairsentience

“Finchè non avremo riconosciuto e non avremo ripreso pienamente dimora del tutto nel corpo, a livello fisico ed energetico, non potremo nè capire nè riprodurre le capacità delle civiltà antiche. Esiste una dote che i sensitivi contemporanei hanno definito clairsentience. E’ opposto alla più nota chiaroveggenza, che si riferisce alla vista psichica. Clairsentience significa sapere con il corpo. Tende a manifestarsi come sensazione più che come immagine visuale. Quando diciamo so che è giusto o registriamo nel corpo impressioni che sembrano avere un significato, stiamo usando la claisentience.

[…]

Il corpo è più di un ricettore dei sensi, più di un mezzo fisico, è uno strumento di consapevolezza sovracosciente in contatto diretto con l’anima. Una volta risvegliato, il corpo conosce, capisce e ci svela il Mistero attraverso noi stesse. Il corpo è il mezzo per rimanere sul sentiero della consapevolezza sciamanica e per comunicare su questo pianeta con forze sconosciute, invisibili e appartenenti all’intuito. Nei tempi più antichi, attraverso l’uso di calendari mestruali e il complesso sistema di osservazione astronomica che portò allo sviluppo di Stonehenge e di altre strutture megalitiche, il corpo della donna era il mediatore tra terra e cielo, tra i due mondi dell’apprendimento razionale e irrazionale.”

Vicki Noble Il risveglio della dea

La benedizione

“Dai tempi più remoti, gli Iniziati conoscevano la potenza della parola. Ecco perchè la benedizione ha ancor oggi una così grande importanza nei riti religiosi. La parola “benedizione” significa: dire cose buone, nel senso di pronunciare parole che portano bene. La vera benedizione è quindi un gesto di magia bianca. Certo, per compiere quell’atto di magia bianca l’uomo deve essere disinteressato, puro e in grado di dominare se stesso. Quanto a colui che riceve tale benedizione, è necessario che sia almeno ricettivo, desideroso di evolvere e di lavorare per il bene. Se queste premesse non esistono la benedizione rimane senza effetto. Comunque, malgrado tutto, è sempre bene conservare il rito della benedizione, con la speranza che un giorno, prendendo l’umanità coscienza del suo significato, divenga una parola e un gesto efficace.

Anche voi dovete prendere l’abitudine di dire parole benefiche. Quando toccate la testolina del vostro bambino, o le sue manine e i suoi piedini, e anche quando stringete fra le vostre braccia l’essere che amate, perchè non benedirlo, affinchè gli angeli vengano a fare di lui un essere meraviglioso? Si deve benedire tutto, tutto ciò che toccate, gli oggetti, il nutrimento e le creature. Si deve parlare con amore e con dolcezza non soltanto agli esseri umani, ma anche ai fiori, agli uccelli, agli alberi e agli animali, poichè questa è un’abitudine divina.

Colui che sa dire parole ispiratrici che vivificano, possiede una bacchetta magica nella sua bocca. Egli non si pronuncia mai invano, perchè c’è sempre nella natura uno dei quattro elementi: la terra, l’acqua, l’aria, il fuoco, pronto, attento, in attesa del momento di partecipare alla realizzazione di tutto ciò che viene espresso. Può anche darsi che la realizzazione avvenga in un luogo molto lontano da colui che ne ha donato i germi, e che non la si possa quindi vedere; sappiate tuttavia che il fatto avviene. Come il vento porta lontano il polline e i semi, così le vostre buone parole vanno a produrre lontano dai vostri occhi dei risultati meravigliosi.

Per parlare alle pietre, alle piante, agli animali, si deve sapere dove si trova la loro entità. Non si trova comunque sul piano fisico come per l’uomo. L’uomo possiede la coscienza, poichè la sua entità è discesa sul piano fisico. L’entità dell’animale si trova sul piano astrale; quella delle piante sul piano mentale; ecco perchè sono estremamente limitate nelle loro manifestazioni. Quanto all’entità delle pietre, quella si trova molto, molto lontano, nel piano causale, ed è questa la ragione per cui appaiono prive di vita, ma anche se la loro vitalità è molto tenue, in realtà sono vive. Prendete un sasso in mano e ditegli delle parole dolci: quelle parole verranno registrate. Parlate anche ai semi, ai fiori e alle erbe prima di metterle nella terra: cresceranno meglio.

Come vedete, c’è sempre qualcosa di utile da fare nella vita. La natura è talmente immensa, talmente ricca! Ma affinchè la vostra parola sia efficace e dia dei risultati benefici, ci sono naturalmente alcune regole da rispettare. Se avete imparato a controllarvi, a mettervi in uno stato di armonia, di purezza, di luce, potrete sprigionare delle forze, delle potenze che agiranno su tutta la natura, altrimenti avrete un bel pronunciare tutte le parole più belle che volete, ma senza ottenere risultato alcuno, salvo far registrare qualche sciocchezza. Registrare è un fatto – tutto si registra – ma riuscire, grazie a tale registrazione, a influenzare favorevolmente la natura e la coscienza degli esseri, questa è un’altra questione. ”

Omraam Mikhael Aivanhov

 

L’Altra Parte

“Nelle settimane passate, ti ho parlato di uno dei più grandi segreti della magia: l’Altra Parte. Tutta la vita dell’uomo sulla Terra si riduce a questo: cercare l’Altra Parte. Non importa se l’essere umano finge di perseguire la sapienza, il denaro o il potere… In realtà, qualsiasi cosa risulterà incompleta, se non riuscirà a incontrare l’Altra Parte di sè.

Tranne poche creature che discendono dagli angeli – e che per il loro incontro con il Creatore abbisognano della solitudine -, ogni singolo componente dell’umanità arriverà all’unione con Dio soltanto se in qualche momento, in qualche attimo della propria vita, sarà riuscito a comunicare con l’Altra Parte”.

Brida avvertì una strana energia nell’aria. Per alcuni istanti, gli occhi le si riempirono di lacrime, senza che sapesse spiegarsi il motivo di quella commozione.

“Nella Notte dei Tempi, allorchè fummo separati, una delle parti venne incaricata di preservare la conoscenza: l’uomo. Fu allora che questi cominciò a capire le regole dell’agricoltura, i cicli della natura e il moto degli astri nel cielo. La conoscenza è sempre stata l’elemento di potere cha ha permesso all’essere umano di occupare uno spazio ben definito nell’Universo e alle stelle di percorrere il proprio cammino. La gloria di quell’uomo consiste nell’aver perpetuato la conoscenza: qualcosa che ha fatto sì che l’intera razza sopravvivesse.

Alle donne fu riservato un compito più sottile e delicato, senza il quale la conoscenza perde ogni significato: la trasformazione. Gli uomini rendevano il suolo fertile e noi seminavamo – e il terreno si trasmutava, diventando arbusti e piante.

Il suolo ha bisogno della semente, così come il seme necessita del suolo. Uno ha senso solo se incontra l’altra. La medesima cosa avviene per gli esseri umani. Quando la conoscenza maschile si fonde con la trasformazione femminile, nasce la grande unione magica, che si chiama Sapienza.

La Sapienza può conoscere e trasformare.”

Brida cominciò ad avvertire un forte vento e si accorse che la voce di Wicca la stava sprofondando nuovamente nella trance. In quel momento, gli spiriti della foresta le sembrarono vivi e premurosi.

“Sdraiati”, disse Wicca.

Brida si lasciò scivolare all’indietro e distese le gambe. Sopra di lei brillava un cielo senza nuvole, di un azzurro intenso.

“Va’ in cerca del tuo Dono. Oggi, non posso accompagnarti, ma non aver paura. Quanto più capirai te stessa, tanto più comprenderai il mondo.

E sarai più vicina all’Altra Parte di te.”

 

Paulo Coelho Brida

 

La coerenza tra cuore e cervello

“Gli studi dell’Heart Math Institute, organizzazione che da anni si occupa del rapporto tra cuore e cervello, evidenziano che quando sperimentiamo sentimenti come l’amore, la gratitudine, l’apprezzamento e la compassione, il nostro cuore, con la sua frequenza in hertz, produce un campo elettromagnetico che è di 5000 volte più forte di quello del cervello, rilevabile fino a 2-4 metri attorno alla persona misurata. Gli stessi studi dimostrano inoltre che in questo caso, per l’effetto chiamato “trascinamento”, il cervello tenderà a sincronizzarsi alla frequenza del cuore, creando appunto la cosiddetta coerenza tra cuore  e cervello.

Questa coerenza fa sì che il cervello mandi un segnale di rilassamento all’intero corpo, permettendo alla singole cellule di svolgere le migliaia di funzioni al secondo che producono quando non siamo soggetti a stress di vario tipo. In altri termini emettiamo un segnale di armonia in cui il corpo è libero di funzionare al meglio delle sue possibilità. Inoltre, è stato scoperto un piccolo cervello nel cuore composto da 40000 neuroni: un’intelligenza del cuore. Queste ricerche sono importantissime e ci danno conferma di ciò che ci è stato detto da sempre da diverse culture.

Secondo la visione della medicina tradizionale cinese, ad esempio, il cuore è l’imperatore, la sede dello Shen, dello spirito, dell’intelligenza divina della vita. In sanscrito la parola Hridaya, indica il cuore, ma anche la realtà ultima, il centro di tutto, il cuore del cosmo, il segreto più intimo dell’universo, il suo respiro. Nella lingua giapponese, la parola Kokoro indica l’unione di cuore e mente, cuore e mente in armonia, in coerenza tra di loro.

Quando prestiamo attenzione alla vita, entriamo nello spazio magico del tempo presente, senza filtri, memorie, programmi inconsci e paure. L’amore è la coscienza dell’unità e quando siamo in questo stato ogni cellula ne ha beneficio, emaniamo un campo che può influenzare gli altri e siamo in uno stato di unità, siamo ispirati.

La nostra evoluzione personale e collettiva dipenderà dalla nostra capacità di portare coscienza nel nostro quotidiano, nel rapporto con la nostra vita e nel rapporto con il mondo.

La nostra evoluzione personale e collettiva sarà compiere il viaggio più lungo che ogni singolo uomo deve intraprendere da sempre: quello che copre la distanza tra la mente e il cuore.”

R. Carone e F. Tuzzi (Prefazione) in Ho-oponopono – Tutte le strade portano all’Amore

 

 

 

 

L’esperienza di pre-morte

“Al giorno d’oggi, quasi tutti hanno sentito parlare delle near-death esperiences (esperienze di pre-morte) o NDE, avvenimenti nei quali gli individui che sono dichiarati clinicamente “morti”, resuscitano, e riferiscono che durante l’esperienza hanno lasciato il corpo fisico e hanno visitato ciò che sembrava essere il regno dell’aldilà. Nella nostra cultura, le esperienze di pre-morte furono per la prima volta prese in considerazione nel 1975 quando Raimond A. Moody, Jr., uno psichiatra che possiede anche una laurea in filosofia, pubblicò la sua indagine bestseller sul tema, Life After Life. Poco tempo dopo, Elizabeth Kubler Ross rivelò di avere condotto simultaneamente una ricerca simile e di avere fatto le stesse scoperte di Moody. In effetti, come un numero sempre crescente di ricercatori iniziò a documentare il fenomeno, divenne sempre più chiaro che queste esperienze erano non solo incredibilmente diffuse – un sondaggio Gallup del 1981 rivelò che 8 milioni di americani adulti ne avevano sperimentata una, o approssimativamente una persona su venti – ma fornivano la prova più schiacciante avuta finora della sopravvivenza dopo la morte.

Come le esperienze extracorporee, quelle di pre-morte sembrano essere un fenomeno universale. Sono descritte per esteso sia nel Libro Tibetano dei Morti dell’ottavo secolo, che nel Libro Egiziano dei Morti che risale a 2500 anni fa. Nel decimo libro di La Repubblica, Platone fornisce un resoconto dettagliato di un soldato greco di nome Er, che tornò in vita pochi secondi prima che la sua pira funebre venisse accesa, attraverso un “passaggio”, nella terra dei morti. Il venerabile Bede dà un resoconto simile nella sua opera dell’ottavo secolo A History of the English Church and People, e in effetti, nel suo recente libro Otherworld Journeys Carol Zalesky, un’assistente universitaria nell’ambito della religione a Harvard, fa rilevare che la letteratura medioevale è colma di resoconti di esperienze di pre-morte.

Inoltre coloro che hanno vissuto l’esperienza non hanno particolari caratteristiche demografiche. Vari studi hanno mostrato che non esiste relazione tra il fenomeno e l’età, il sesso, lo stato civile, la razza, la religione e/o le credenze spirituali, la classe sociale di una persona, il livello di istruzione, il reddito, la frequenza in chiesa, la dimensione della comunità familiare o dell’area di residenza. Le esperienze di pre-morte, come i fulmini, possono colpire chiunque in qualsiasi momento. I devoti religiosi non hanno maggiore probabilità di averne i non-credenti.

Uno degli aspetti più interessanti del fenomeno è la coerenza che si riscontra in tutte le esperienze. Una esemplificazione sommaria di una tipica esperienza di pre-morte si presenta come segue:

Un uomo sta morendo, e improvvisamente si ritrova a fluttuare sopra il proprio corpo e a osservare ciò che sta accadendo. In pochi istanti viaggia a grande velocità attraverso un’oscurità o un tunnel. Entra in un regno di luce abbagliante e viene caldamente accolto da amici e parenti morti di recente. Ode frequentemente musica di bellezza indescrivibile e vede luoghi (campi collinosi, valli colme di fiori e ruscelli scintillanti) più squisiti di qualunque cosa mai vista sulla terra. In questo mondo pieno di luce, egli non prova alcun dolore e paura ed è pervaso da un travolgente sentimento di gioia, amore e pace. Egli incontra un “essere (o esseri) di luce” che emana un senso di enorme compassione, da cui viene sollecitato a sperimentare una “visione retrospettiva della propria vita”, un replay panoramico della sua vita. Egli viene talmente rapito dalla propria esperienza di questa più grande realtà che non desidera null’altro che rimanervi. Tuttavia, l’essere gli dice che non è ancora giunto il suo momento, e lo persuade a tornare alla vita terrena e a rientrare nel suo corpo fisico.

Va notato che questa è soltanto una descrizione generica e che non tutte le esperienze di pre-morte contengono tutti gli elementi descritti. Alcune possono mancare di qualcuna delle caratteristiche sopra citate, e altre possono contenere ulteriori ingredienti. Anche tutte le manifestazioni simboliche delle esperienze possono variare. Ad esempio, sebbene coloro che hanno queste esperienze nelle culture occidentali tendano ad entrare nel regno dell’aldilà passando attraverso un tunnel, quelli di altre culture potrebbero camminare lungo una strada o sorvolare una massa d’acqua per raggiungerlo.”

Michael Talbot Tutto è uno – L’ipotesi della scienza olografica