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Festival del Paganesimo
In memoria di Giovanna de Monduro "La Strega di Miagliano"

Festival del Paganesimo In memoria di Giovanna de Monduro “La Strega di Miagliano”

100%
  • Raccolti€ 90,00
  • Sostenitori4
  • Scadenza136 giorni rimanenti
  • Modalitàdonazione semplice  
  • Categoriaeventi & festival

Una campagna di 
Associazione di volontariato “White Rabbit Event”

Il Progetto

In Memoria di Giovanna

Nel corso della storia non vi furono soltanto roghi celebri come Giovanna d’Arco e Giordano Bruno, ma innumerevoli aneddoti di persone sventurate, bruciate con l’accusa di presunta stregoneria. Attraverso un sigillo, un marchio d’infamia, venivano identificati e bollati come la personificazione del male e incolpati di ogni sciagura.

Con un sigillo di ceralacca desideriamo restituire alla storia la loro autenticità, la loro esistenza, i loro sogni e ideali.

AIUTACI A SOSTENERE L’ORGANIZZAZIONE DEL FESTIVAL IN MEMORIA DI GIOVANNA DE MONDURO, UNA GIOVANE DONNA VITTIMA DELL’INQUISIZIONE

Il Festival del Paganesimo è previsto il 22 e 23 GIUGNO 2019 a Miagliano, in provincia di Biella, e nasce per rimembrare la triste vicenda di Giovanna de Monduro, chiamata nel corso dei secoli “La Strega di Miagliano”. La storia ha luogo nel Quattrocento nel Biellese, in Piemonte, durante il ducato di Amedeo IX, in un periodo in cui dopo le condanne di eretici e presunti tali, l’Inquisizione incomincia a dedicarsi alla caccia alle streghe.

Il Festival del Paganesimo è organizzato dall’Associazione Culturale “White Rabbit Event” come capofila in collaborazione con il Comune di Miagliano, l’Associazione Amici della Lana, l’Associazione Proloco Miaglianese, il patrocinio del Comune di Salussola, il Museo Laboratorio dell’Oro e della Pietra di Salussola, il CNA, gli artigiani e i produttori locali. ll Festival ha l’intento di ripercorrere la storia e le cause che determinarono la caccia alla streghe, portando l’attenzione sugli antichi culti pre-cristiani, la visione della donna come peccatrice e l’Inquisizione come strumento di oppressione. Abbiamo la volontà di fare parte di un cambiamento che sta portando sempre più persone a vedere con nuovi occhi la storia raccontata nei libri, distinguendoci attraverso la creazione di eventi e manifestazioni che portino le persone a riflettere su tematiche storiche e sociali. Per mezzo della volontà e dell’intento siamo consapevoli che dagli errori si pongono le fondamenta per un’avvenire di rispetto e tolleranza.

ABBIAMO BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO PER OSPITARE ARTISTI, RICERCATORI, CANTANTI E BAND CHE RENDERANNO L’EVENTO UNO SPAZIO DI CONDIVISIONE DI ALTI VALORI E FUCINA DI IDEE E PROGETTI FUTURI

Nei giorni del Festival saranno infatti presenti scrittori e ricercatori provenienti da Torino, Milano, Novara e Bolzano, tra cui Massimo Centini, Giuseppe Verdi, Corinna Zaffarana, Gianni Cerruti, Laura Fezia e Stefania Tosi e scrittori biellesi quali Marco Conti, Roberto Gremmo e Danilo Craveia.

Al Festival prenderanno parte cantanti solisti, quali Valeria Caucino, Francesca Fra Lalai, artisti per esibizioni quali Francesca Avolio, Michela Losnafire e band quali Cookies, Murmur Mori, Arbej, Warm Morn nelle serate del 22 e 23 giugno a Miagliano.

Grazie al vostro aiuto potremo inoltre creare un sito web http://www.giovannademonduro.it per dare visibilità al Festival, alla storia locale, ai libri e agli articoli degli scrittori biellesi: un archivio dove promuovere il territorio, inserendo i prodotti creati per l’iniziativa e dando al visitatore la possibilità di prenotare strutture ricettive del Biellese.

IL VOSTRO AIUTO È UN VALORE PER LA PROMOZIONE DEL TERRITORIO, PER INCREMENTARE UN TURISMO SOSTENIBILE E CONSAPEVOLE

Stiamo lavorando con molte imprenditrici e artigiane per creare una linea di prodotti locali brandizzati sul tema della Masche e di Giovanna De Monduro e intendiamo estendere man mano l’invito agli artigiani e a produttori locali che condividono i medesimi intenti.

– Unguenti e saponi delle masche (Eukalìa)

– Capi ispirati al mondo delle masche da parte di cinque artigiane biellesi che espongono le proprie creazioni nel negozio CNA Espone (Lanaviva/Vintage Orange Square/”Flash”/SarArt Bottega Creativa/Bleupom Design & Fabric)

– Elisir delle Masche (Cascina La Noce)

– Gadget di lana (Babaci Lab)

Il Festival si inserisce all’interno del progetto BiellArt Factory che intende promuovere la storia locale e il patrimonio culturale e artistico di Biella, con particolare riferimento a quegli aspetti storici collegati ai miti, alle leggende e al folklore che non vengono presi in considerazione dal turismo di massa. La valorizzazione del territorio si pone come obiettivo dell’iniziativa che si avvale di eventi, festival, tour, conferenze, attività, siti web, video e interviste per favorire un turismo di tipo culturale, ovvero una forma di turismo legato al patrimonio culturale-artistico degli specifici paesi che caratterizzano la storia di Biella, in particolare in relazione al modello di vita, alla storia, all’arte, all’architettura, alla religione e alle leggende. BiellArt Factory mira alla creazione di uno spazio di condivisione in cui fare convergere tutti coloro che intendono collaborare nella creazione di una forma di turismo consapevole e responsabile in cui i valori del territorio vengano difesi, l’economia del territorio venga sostenuta attraverso l’acquisto di prodotti del luogo e le risorse naturali vengano protette.

GRAZIE AL TUO AIUTO POSSIAMO RIMEMBRARE IL PASSATO AFFINCHÉ DAGLI ERRORI SI PONGANO LE BASI PER UN’AVVENIRE DI RISPETTO E TOLLERANZA

FAI UNA DONAZIONE, ANCHE SOLO DEL VALORE Di UN CAFFÈ!

SII CO-CREATORE ASSIEME A NOI DI UN CAMBIAMENTO DI PENSIERO AFFINCHÉ LA STORIA NON VENGA DIMENTICATA

IL FESTIVAL HA BISOGNO DEL TUO AIUTO PER LA SUA REALIZZAZIONE

Tutti i sostenitori saranno inseriti nei ringraziamenti sul sito http://www.giovannademonduro.it che stiamo progettando e sarà online dal mese di aprile 2019 ✌️💗 Grazie anticipatamente a tutticoloro che vorranno sostenere il progetto!!!

CHI SIAMO

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L’associazione di volontariato “White Rabbit Event” persegue i seguenti scopi:

– diffondere la cultura;

– porsi come punto di riferimento nella diffusione delle culture locali e internazionali, in riferimento a leggende, miti, simbologia e fatti storici e letterari.

– ampliare la conoscenza della cultura letteraria, filosofica, esoterica, alimentare, storica, artistica e delle lingue e della comunicazione in genere, attraverso contatti fra persone, enti ed associazioni;

– allargare gli orizzonti culturali tramite l’organizzazione di eventi e festival;

– proporsi come luogo di incontro e di aggregazione nel nome di interessi culturali assolvendo alla funzione sociale di maturazione e crescita umana e civile, attraverso l’ideale dell’educazione permanente e la pubblicazione e diffusione di libri.

L’associazione di volontariato “White Rabbit Event” ha dato vita a numerosi eventi, quali conferenze, passeggiate e tour con l’intento di promuovere il Biellese, mostrandone aspetti inattesi e insoliti. Ciò si è rivelato fondamentale nel creare la curiosità e l’interesse non solo da parte dei biellesi, infatti a tali eventi hanno preso parte turisti e stranieri provenienti dalle città limitrofe quali Torino, Milano e Novara con risultati davvero positivi. Seguiteci in questo straordinario viaggio!!!

Info & contatti:

info@whiterabbitevent.it

Facebook: White Rabbit Event

Instagram: White.Rabbit.Event

YouTube: White Rabbit Event

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Volete fare parte del progetto? Stiamo cercando collaboratori, artigiani, produttori locali, artisti e volontari. Scriveteci!

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STIRPE

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Il mio nuovo thriller “Stirpe” è disponibile all’acquisto qui: https://whiterabbitevent.it/prodotto/stirpe-irene-belloni/

“Nel momento in cui un antico manoscritto appartenente all’epoca del ducato visconteo-sforzesco viene decifrato, la città di Milano è invasa dalla visione dell’Apocalisse. Sui corpi dei discendenti si materializza un simbolo misterioso che permette loro di sviluppare un potere speciale. Il mondo della protagonista Melissa viene di colpo capovolto. Tragedie improvvise, omicidi seriali, incontri straordinari e inseguimenti estenuanti fanno tutti parte di un piano occulto che la condurranno a scoprire il segreto che le è stato nascosto fin dalla nascita. Cosa è necessario sacrificare per accedere alla Verità?”

Guarda il Booktrailer:

La Strega di Miagliano

Una volta che la religione cristiana ottenne il consolidamento divenendo religione di stato dell’Impero, i culti precedenti vennero proibiti e le leggi dell’impero si identificarono con le leggi della Chiesa. Il diritto romano prevedeva la pena capitale e il rogo, per questo l’eresia  e la stregoneria incominciarono ad essere ritenuti dei tradimenti nei confronti di Dio e divenne automatica la pena di morte prevista per i traditori dell’imperatore. Le prime misure inquisitoriali concepite dalla Chiesa di Roma risalgono al Concilio Lateranense del 1179, convocato da Papa Alessandro III, ma si concretizzarono in occasione di un incontro a Verona tra l’imperatore Federico Barbarossa e il papa Lucio III. Il papa emanò la Bolla di Ruscigli con la quale venne affidato al vescovo di ogni diocesi di istituire un apposito tribunale che provvedeva ad emanare condanne a morte contro gli eretici, la cui esecuzione richiedeva l’intervento dell’autorità civile. Nacque così la fase medievale dell’Inquisizione in cui vennero creati appositi tribunali contro gli eretici ad ogni diocesi mentre nel frattempo proseguirono i massacri di ebrei e musulmani con le crociate in Terra Santa fino al 1291. Parallelamente alle condanne di eretici e presunti tali, l’Inquisizione fin dalla I metà del 13 secolo si dedicò alla caccia alle streghe. Ciascun tribunale agiva in una sorta di autonomia giuridica, spesso senza rendere conto ai vari centri inquisitoriali di Roma, Parigi, Madrid e Lisbona.

Il Quattrocento si aprì così con l’attività di predicazione di Bernardino da Siena nel 1427, il quale si impegnò in un’attività di predicazione per quasi due decenni, arrivando a fornire una documentazione relativa alla città di Benevento come luogo di incontri notturni attorno a un albero di noci per il sabba. Negli stessi anni la condanna ed esecuzione di Giovanna d’Arco e di Finnicella, la prima donna a Roma vittima dell’Inquisizione, diede l’avvio alla terribile caccia alle streghe che avrebbe insanguinato l’Europa per finire anche nel Nuovo Mondo. Nonostante alcuni dottori tentarono di difenderla sostenendo che i neonati non li uccideva ma era un’ostetrica, la donna fu accusata di aver ucciso trenta bambini, succhiando loro il sangue, proprio come la Strige, l’uccello notturno protagonista delle leggende dell’Antica Roma, il quali uccideva i bambini nutrendosi di sangue e carne umana.

A Salussola, un villaggio in provincia di Biella, proprio nel Quattrocento, nel periodo del ducato di Amedeo IX, si ambienta la storia della Strega di Miagliano. La giovane donna protagonista è Giovanna Monduro, nata a Miagliano, descritta con una donna con un brutto carattere, ribelle e maleducata,  la quale una volta andata in sposa ad Antoniotto Monduro, si trasferisce a Salussola. Proprio in questo luogo dove vivevano le parenti gelose e invidiose e dove vi era una sede del tribunale dell’Inquisizione, nella Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, iniziò l’istruttoria con le testimonianze di Antonia. Il 21 gennaio 1470 Giovanna venne accusata di aver profetizzato e provocato la morte di un bambino, figlio di Martino Monduro, a cui fecero seguito altre accuse come quella di aver soffocato due bambini e aver lanciato un sortilegio contro uno sciame di api che era entrato nel podere di due parenti. La donna dapprima negò ogni accusa, ma sotto tortura Giovanna si ritrovò di fronte ad un sistema processuale dal quale comprese che l’unica fuga era inventare la favola perfetta che avrebbe accontentato gli Inquisitori, malefiche gerarchie di basso profilo che con la loro misoginia e il loro sadismo avevano intrapreso una guerra efferata contro le eresie e la stregoneria.

Il 20 febbraio Giovanna raccontò la sua iniziazione alla magia avvenuta di notte, e rievocando il folclore stregonesco diffuso in Europa, disse di essersi unita con un diavolo di nome Zen e di aver calpestato la croce e rinnegato Dio. Inoltre fu obbligata sotto tortura a dire di essere la responsabile della morte del bambino e di aver soffocato altri due bambini, assieme ad un’altra donna che si trovava in prigione con lei, Maddalena. Sotto richiesta degli Inquisitori di denunciare altre donne, Giovanna fece molti nomi, ma la sua saggezza consistette nel rivelare nomi di donne già decedute. Infine dopo 18 mesi di prigionia, a Tollegno, il deputato del feudo emise la sentenza finale, dichiarando che la donna avrebbe dovuto essere arsa sul rogo.

Infatti così avvenne, durante l’estate del 1471 Giovanna fu bruciata viva presso il ruscello ai confini di Miagliano, che ancora oggi ricorda la terribile vicenda, poiché chiamato Rio delle Masche. L’acqua sembra ancora sussurrare al passante la verità della vicenda della donna, accusata ingiustamente di essere una strega e gli abitanti ricordano questa storia con tristezza. Tuttavia, un particolare ci permette di sentici più vicine a quelle popolazioni tiranneggiate da un sistema di credenze, ovvero il fatto che gli abitanti di Miagliano e Tollegno si rifiutarono di prendere parte all’esecuzione capitale. A tale riferimento, il Conte Bertodano li denunciò per insubordinazione e vennero multati. Ma la loro forza e il loro senso di giustizia, li portò ad opporsi alla sentenza rifiutandosi di pagare l’ammenda, infatti portarono la causa dinnanzi il Tribunale Ducale di Torino che si rivelò a loro favore.  Poiché quella donna che loro avevano visto crescere poteva essere una di loro, una parente o addirittura una loro figlia. La gente sapeva che qualsiasi anomalia avrebbe potuto destare l’attenzione degli Inquisitori. La strega infatti era divenuta non più una donna, ma una creatura fantastica, una risposta necessaria a eventi drammatici che la sola ragione non sapeva come gestire. Attraverso la sua uccisione si attivava un sistema preventivo con il quale si cercava di ostacolare le azioni malvagie. Peccato che nessuno degli Inquisitori aveva compreso che erano loro gli stessi fautori di quelle atroci ed efferate azioni. Non dovevano combattere il male fuori di sé, ma dentro il loro cuore.